USA: turbolenta vigilia per il quinto anniversario dell’11/9
Non potrebbero essere più roventi in USA le polemiche alla vigilia del quinto anniversario dell’11 settembre. Questo il quadro, scorrendo le news degli ultimi giorni e, anzi, di queste ore:
Ben puntellato da Rumsfeld, Bush si è lanciato a testa bassa nell’ennesima campagna a “tolleranza zero” contro ogni tipo di critica sulle sue scelte, e in particolare sulla guerra in Iraq, sventolando ai quattro venti il fantasma di Hitler e del Nazismo. Ciò soprattutto per recuperare terreno rispetto alla continua caduta dei rating di preferenza, che potrebbe causare ulteriori danni ai GOP nelle già rischiose elezioni di metà legislatura.
Al Senato, i repubblicani sono riusciti in extremis a bloccare la proposta democratica del voto di sfiducia contro lo stesso Rumsfeld, ma la faccenda, strettamente legata all’impeachment di Bush che molti stanno ancora tirando, è tutt’altro che chiusa.
Una miniserie Tv—prevista per il prossimo fine settimana su ABC, costata oltre 40 milioni di dollari e con un ampio cast di attori, “romanzata” al punto giusto onde superare gli indici ascolto degli altri network che prevedono “solo” la riproposizione della tragedia—viene aspramente contestata da ex-reponsabili della presidenza Clinton perché conterrebbe scene “chiaramente false e fabbricate” tese a suggerire che quell’amministrazione non avrebbe prestato sufficiente attenzione alle minacce terrorististiche.
In un volume di recente uscita, Kristen Breitweiser, vedova di un uomo morto nel crollo delle Twin Towers, illustra in dettaglio non solo il dramma personale ma anche e soprattutto le “infami manovre” dei repubblicani per bloccare l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare indipendente sui fatti dell’11/9. Il libro ha dato adito ad accuse, altrettanto (è il caso di dirlo) infamanti, da parte del pundit repubblicano Ann Coulter, a cui la stessa Breitweiser replica ora con una lunga e dettagliata lettera che sta facendo il giro della blogosfera USA.
Dulcis in fundo, il responsabile di DataUSA Inc. si è appena dichiarato colpevole di frode e dati falsi nella diffusione di sondaggi e poll durante le elezioni che vedevano coinvolti il Presidente Bush, il Sen. Joe Lieberman e altri candidati.