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Effimere elezioni Usa, effimera la Rete

Nel palinsesto della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, ImpulsoWeb è la trasmissione che commenta Internet—in onda alla radio il martedì alle 11.40 e il sabato in replica alle 22.30, e ovviamente in podcast sul relativo sito, insieme ad altri dettagli (http://www.rtsi.ch/trasm/impulsoweb). La prossima puntata sarà martedì 7 novembre. I temi : USA, la rete al voto e alla truffa. Con un servizio specifico del sottoscritto (purtroppo per chi ascolterà, che questi podcast mancano ancora di smalto e ritmo, sorry!). Di seguito qualche rilancio testuale di quanto si andrà a dire.

…Diverse fonti riportano il più alto «interesse generale degli ultimi decenni» in questa tornata ed è prevista una alta percentuale di votanti — circa il 50% di quelli registrati, a loro volta poco più della metà dei 200 milioni aventi diritto.

…Una ricerca della testata online CNET a una decina di giorni dal voto, abbia rivelato parecchi siti personali dei candidati ancora under construction, vuoti di contenuti, o letteralmente messi su in quattro e quatto otto da uno studente delle medie (è il caso del presidente della Camera, il repubblicano Dennis Hastert). Mentre i siti delle campagne più danarose puntano ai soliti slogan e spot negativi contro gli avversari, riprendendo purtroppo la cattiva abitudine di analoghe campagne Tv. Poco usato insomma lo strumento cruciale della rete, la interazione: assenti gli spazi per confronti diretti tra elettori e candidati, per lo scambio di opinioni.

Non mancano invece iniziative «tecniche» atte a rubare attenzione agli utenti online già sovraccarichi di informazioni, tipo il “Google bombing” lanciato da 50 deputati repubblicani uscenti. Inondando il web con riferimenti a testi in cui compaiono i loro nomi e con il cross-posting ad analoghi articoli, si manipolano gli algoritimi del page-ranking del popolare motore di ricerca — imitando così le peggiori tecniche degli spammer e facendo comparire quei candidati ai primi posti delle ricerche.

Decisamente più ficcante la presenza di attivisti e analoghi progetti online. Rock the Vote, che alle presidenziali 2004 aveva fatto registrare quasi un milione e mezzo di giovani, stavolta, rilancia sulla scia del boom del video-sharing: “Perché vai a votare? Esprimi il tuo pensiero”. Il sito si va così riempiendo di filmati autoprodotti compresi tra i 10 secondi e i 2 minuti, alcuni assai interessanti oltre che ben fatti. Mentre progetti come Video the Vote e il Center for citizen media offrono strumenti quali il citizen tool kit, info legali e procedurali sia per esprimere correttamente il voto al seggio elettorale sia per quanti, la moltitudine di blogger, si apprestano a coprire lo andamento a livello locale.

Quel che è certo è che la galoppata online di Howard Dean è un ricordo ormai lontano. Quando nella corsa alla candidatura democratica, estate 2004, riuscì a trasformare la aggregazione online di forum, blog e meet-up in mobilitazione reale, con oltre 50 milioni di dollari raccolti in pochi mesi, per lo più tramite donazioni al di sotto dei 100 dollari via web, e un esercito di 650.000 attivisti nelle strade. Anche (e forse soprattutto) qui in Usa, vorrà ancora del tempo prima che la rete possa esprimere un proprio ruolo come stimolo concreto per la partecipazione politica ed elettorale.

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