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Comunicare politica nelle democrazie mediatizzate. Riflessioni sul convegno bolognese.

Pochi giorni fa presso la Facoltà di Scienze Politiche di Bologna si è tenuto il convegno dal titolo: Comunicare politica nelle democrazie mediatizzate. L’incontro, a cui hanno partecipato docenti e professionisti della comunicazione politica, è stato sia occasione per presentare la nuova edizione della rivista ComPol, da quest’anno quadrimestrale edito da Il Mulino, sia per celebrare Carlo Marletti, docente dell’Università di Torino, tra i fondatori degli studi sulla comunicazione politica. Mettendo da parte gli spunti, pur ricchissimi, della presentazione della rivista ComPol credo che dalla splendida lectio magistralis del Professore Marletti siano emersi elementi di riflessione davvero interessanti. Su almeno tre piani: il primo sul rapporto tra media e classi dirigenti, il secondo sulla comunicazione politica di Berlusconi ed il terzo sull’attuale centro-sinistra italiano. Per quanto riguarda il rapporto media e società, secondo Marletti, alcuni eventi politici fortemente mediatizzati (come Tangentopoli) possono essere destabilizzanti per una intera classe politica. Per lo studioso torinese gli effetti destabilizzanti di eventi politici mediatizzati sarebbero tanto maggiori quanto più è profonda, nella fase storica in cui gli eventi accadono, la frattura culturale tra i governati e i governanti. Un’altra riflessione di Marletti molto interessante è quella relativa alla comunicazione politica di Silvio Berlusconi capace di creare una realtà slegata dal reale (Marletti parla di iperrealtà) che si alimenta di spot ed annunci di provvedimenti politici in una cornice affabulatoria e mistificante dove vita pubblica e vita privata sono poste su piani continuamente confusi e resi intercambiabili, tale da creare un effetto fiction.
La terza riflessione, infine, riguarda l’attuale centro-sinistra italiano. Secondo lo studioso torinese la politica degli annunci non può essere combattuta con un’altra politica degli annunci. In altre parole, la classe dirigente del centro-sinistra dovrebbe evitare annunci propagandistici che potrebbero trasformarsi in un boomerang finendo con il favorire il proprio avversario politico. E’ il caso di quanto accaduto lo scorso 25 aprile. La partecipazione di Berlusconi alla celebrazione della giornata della Liberazione (anche su invito del segretario del Pd Dario Franceschini) è stata trasformata in un evento ad uso e consumo del centro-destra che ha favorito proprio chi a quella celebrazione non solo non aveva mai partecipato ma aveva più volte mostrato il suo disprezzo verso una manifestazione che culturalmente e storicamente non gli poteva appartenere.

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2 commenti

  1. evelina ha detto:

    grazie, salvatore, per la chiarezza con cui ci hai riassunto questo bell’evento a cui-purtroppo- non abbiamo potuto partecipare.
    la parte relativa all’interscambio continuo tra vita pubblica-privata di berlusconi mi ha fatto sorridere, visto che aprendo la homepage del corriere vi ho trovato le foto del premier alla festa di tale noemi…e ho pensato anche a cosa gli ha ribattuto franceschini…
    siccome io le fiction, le guardo, ci rifletto, e a volte persino ci lavoro, mi chiedo: sono diventate uno stile di comunicazione?possibile che siano davvero senza fine e pervadano la realtà?che tristezza!

  2. ros ha detto:

    Vi segnalo l’0articolo di Ilvo Diamanti su Repubblica dal titolo Radical chic e Radical choc che riprende il concetto di iperrealismo espresso da Marletti e l’inasprimento della “politica dell’insicurezza”. Da non perdere

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