Oronzo Macondo, officina salentina di creatività
“Un sms non è una poesia, fare giornalismo con Twitter è impresa ardua, ma tutto ciò non ha nulla a che fare con la ‘fine’ della letteratura: si tratta, piuttosto, di ridefinire il senso di questa come di altre parole quali genere, autore, lettore, pubblico”. Si possono riassumere così, prendendo in prestito le parole di Carlo Formenti (giornalista e docente di Teoria e tecnica dei nuovi media) intento e significato di Oronzo Macondo writers’ factory, evento organizzato dall’omonima associazione culturale, che si terrà a Vanze dal 2 al 4 ottobre. L’iniziativa rientra nel concorso “Principi Attivi – Giovani idee per una Puglia migliore” promosso dalla Regione Puglia e dal Ministero per la Gioventù.
Alla manifestazione, articolata in tavole rotonde, workshop e reading, parteciperanno scrittori e critici italiani tra cui Davide Borrelli, Elisabetta Liguori, Paolo Nori, Livio Romano, Michele Trecca e Carlo Formenti. Due i temi su cui saranno chiamati a confrontarsi e interrogarsi: la letteratura ed il web ed il rapporto tra mercato e new media.
“Negli anni ’90 una buona parte di scrittori, soprattutto giovani, avevano riposto nell’avvento di internet molte speranze per lo sviluppo della letteratura. Da allora molto è cambiato, sono nati numerosi blog letterari, si sono fatti molti esperimenti di contaminazione tra scrittura e tecnologie ma non si era mai tentato di fare un punto della situazione su questo che Carlo Formenti ha definito campo di battaglia”. Così Giancarlo Greco, membro dello staff di Oronzo Macondo writers’ factory, spiega com’è nata l’idea del progetto, il cui nome è già estremamente significativo. Oronzo indica un legame forte e profondo con il territorio salentino, Macondo (paese fittizio in cui è ambientato “Cent’anni di solitudine”) vuole invece simboleggiare una sorta di luogo “della mente”, in cui scrivere e fare cultura.
Il sito della manifestazione rappresenta un altro “spazio” strategico, in quanto si propone non soltanto come “contenitore” e “vetrina” dei contributi prodotti dai partecipanti nel corso delle tre giornate, ma anche e soprattutto come scenario finalizzato ad ospitare dibattiti e confronti sorti spontaneamente ed autonomamente. Una sorta di “officina”, di “cantiere creativo” in fieri, insomma.
Nel corso dell’evento verrà inoltre presentata l’antologia “Frammenti di cose volgari”, che raccoglie 500 interventi pubblicati nel sito www.booksbrothers.it da gennaio 2006 a dicembre 2008. Michele Trecca, ideatore e curatore delle produzioni Books Brothers, evidenzia gli elementi di peculiarità e novità del progetto, contestualizzandolo in termini geografici. “In generale e da noi al Sud in particolare, c’è bisogno di un laboratorio editoriale come Books Brothers. Selettivo e autosufficiente. Ne sono profondamente convinto. È necessario un luogo pulito (ecocompatibile) di discussione e transito dei talenti. Uno spazio di collegamento con le realtà solide e d’alto profilo del mercato editoriale metropolitano. Books Brothers è una realtà aliena: è l’interfaccia di un sito e intende mettere su carta per la circolazione editoriale alcuni prototipi di scritture a trazione anteriore”.
Molti, insomma, gli spunti offerti dalla manifestazione. Gli organizzatori non nascondono infatti che l’intento è innescare un processo di ampio respiro, un circolo virtuoso capace di svilupparsi ben al là dei tre giorni di lavori previsti. “L’idea è che questo sia solo il punto di partenza”, spiega Giancarlo Greco. “Oltre a una seconda edizione di Oronzo Macondo, infatti, vorremmo che subito dopo la chiusura dei lavori di questa prima edizione, si sviluppasse un dibattito sul nostro sito web; ci piacerebbe che questo diventasse una piazza virtuale sia per contributi creativi sia per riflessioni teoriche”. Le prossime settimane saranno quindi decisive per capire se – ed in quale misura – gli spunti disseminati qua e là saranno stati raccolti e opportunamente “coltivati”.