Utilizzatori finali e premi Nobel. A ciascuna il suo.
Voglio parlare della vicenda escort a palazzo Grazioli, ancora. Ma non dall’angolo visuale che mette al centro della scena Silvio Berlusconi. Da quell’angolo, la vicenda è gia stata sviscerata a sufficienza, il popolo Italiano si divide (come sempre) tra colpevolisti e innocentisti, tra chi invoca per uno dei massimi rappresentanti delle istituzioni repubblicane un rigore morale che dovrebbe stare al di sopra di ogni parte e tra quelli che prendendo a prestito le sue stesse parole dicono che “lui” non è un santo ma che i politici sono tutti uguali e nessuno può scagliare la prima pietra. Ho le mie idee su questo, ma penso che il punto più importante della vicenda stia altrove. Perciò cambio angolo visuale: al centro della scena ci metto le donne.
L’Infedele, lo scorso 28 settembre, ha trasmesso un documentario di Lorella Zanardo, dal titolo Il corpo delle donne. La TV ruba, deturpa, mina il paesaggio della coscienza di tutti. Parto da qui. In questo video ricco di suggestioni, di spunti, di angosce che attraversano i pensieri e le vite di tante e tanti di noi, credo siano descritte le radici più profonde di quel radicale processo di spersonalizzazione che negli ultimi trent’anni ha investito il mondo e le donne in particolare. Il post-femminismo, vissuto e cresciuto sopra le macerie dei sogni nati tra i movimenti del sessantotto, si è innestato nel corpo di una società che ridisegnava sé stessa alla luce di mutamenti velocissimi, incontrollati; impazienti. Il rampantismo degli anni 80, la distruzione del cosmo seguita alla fine del mondo incasellato tra i due blocchi, il nuovo millennio e le angosce universali spuntate fuori da Ground Zero: questi ultimi trent’anni (ma sono ormai quaranta) hanno visto e conosciuto una spirale di eventi che ne hanno fatto una cesura epocale, un confine mobile che continua ad allargarsi. In mezzo a questi anni, il trionfo dell’immagine elettronica, la sua pretesa di raccontare la realtà dissimulandola, ha trovato nella televisione il mezzo d’elezione della propria affermazione assoluta. La televisione impone modelli, comportamenti, culture, stili di vita, pensieri. Ridisegna il lessico e gli occhi della gente. L’immagine elettronica si afferma come vera in una finzione che si fa sempre più reale con l’avanzare delle tecnologie che trasformano, modificano, indirizzano.
Cosa c’entra dunque tutto ciò con le escort berlusconiane?
Sono nata abbastanza indietro nel tempo da ricordare i primi vagiti delle televisioni private con l’ambizione di diventare pubbliche. Trent’anni fa, ancora Berlusconi. Sono cresciuta con trasmissioni che hanno cominciato a veicolare il corpo femminile come una specie di scatola infiocchettata piena di spigoli ben arrotondati, un prodotto corposo e colorato buono per attrarre i clienti-telespettatori. Dalla valletta muta dei primordi si è passati gradualmente a un corpo utilizzato per alludere, evocare, esplicitare, vendere. Corpi elettronici trasmessi attraverso immagini parinate, corpi sempre più nudi e sempre più finti. Un mutamento tanto radicale che il passo dalla realtà televisiva – pur sempre altra e modificabile per il tempo di un programma – alla realtà terrena è stato uno scherzo. Le donne di successo hanno cominciato a combattere contro i segni del tempo, deturpando il proprio corpo e il volto. Il documentario prima citato ci racconta della faccia, ci ricorda come i segni sopra un viso e il viso stesso siano la parte più vulnerabile di noi stessi e quanto prepotentemente si affermi oggi il bisogno di nascondere la propria vulnerabilità accettando persino di trasfigurarsi in nome di esso. In questo brodo di coltura, cotto alla luce dei tubi catodici che irradiavano programmi come Drive-in e passato di seno in seno agli schermi al plasma che incoronano veline, schedine, starlettine in un circo stracolmo di riviste di gossip e di tronisti alla ricerca dello scettro della popolarità, sono cresciute le protagoniste principali delle puntate dei giorni nostri. Donne non ancora maggiorenni che non vendono più prodotti ma diventano prodotti esse stesse, si trasformano in immagini da inchiodare dentro book fotografici da far circolare con la speranza di farli arrivare in qualche stanza che conta, sia essa la location del reality del momento, sia essa la dimora privata del potente di turno, sia essa un’aula del parlamento. In questa ricerca che è una lotta, ci sono donne bambine che con l’indifferenza o addirittura la complicità dei genitori svestono i panni di persona, dismettono pensieri e sogni – se mai hanno avuto il tempo di averne – cancellano le espressioni del volto atrofizzando i muscoli facciali. Donne che diventano immagini che prescindono totalmente dalla capacità di pensare, di esprimere idee o giudizi, di manifestare intelligenze. Loro comunicano sé stesse: seni, tacchi a spillo, operette da bisturi plastico e via sulle foto, in caccia. Irreali come l’irrealtà che cercano.
Eppure, l’altra metà del cielo è abitata anche, e direi soprattutto, da donne che lavorano grazie ai sacrifici quotidiani, alla determinazione, alle capacità e che manager o operaie, vincitrici di Nobel o docenti, scommettono ancora tutto sulle doti umane e intellettive. Ecco, queste donne dove sono, cosa pensano, cosa fanno? Quello che più mi colpisce in questo processo che scivola via o monta attraverso e grazie a una indifferenza che si è fatta sempre più ingombrante è il silenzio delle donne che assistono mute a questa opera di demolizione e di ri-rappresentazione di sé stesse, oppure guardano altrove.
Rassegnazione o disinteresse? Paura o snobismo? Quanto e cosa dobbiamo ancora aspettare per provare a riprenderci la realtà, la scena, il nostro tempo?
A noi stesse l’ardua sentenza..
Rosaria, le donne sono accerchiate da 30 anni da un amore misogino, un odio profondo che le segue ovunque vadano, nel quotidiano come nel lavoro, in ogni attività, in ogni momento della loro vita, costantemente assediate da giudizi, atteggiamenti, comportamenti che tendono a negarle anche quando apparentemente le si fa un complimento. E’ una guerra continua per chi tenta di ribellarsi. E complici le stesse donne, tante mogli, madre, figlie disposte ad ossequiare la cultura imperante rinunciando alla libertà ed alla dignità in cambio di un po’ di protezione ed un po’ di benessere. Trent’anni di berlusconismo e di celodurismo ci hanno reso più fragili, ci hanno imbambolato di falsi sogni e miti facendoci passare il nostro tempo fra una telelenovela ed un reality show. Una Tv di evasione era tutto quanto bastava a nutrire la nostra già fragile identità di modelli socialmente più accettabili. Se penso che abbiamo allevati noi nel bullismo perenne i nostri stessi mariti e figli perpetuando all’infinito una epifania che ci voleva mamme e mogli felici…Se solo penso che siamo noi le prime a votare quegli stessi uomini che poi sceglieranno quali escort portare in parlamento in rappresentanza del mondo al femminile. Se penso a quanti passi indietro abbiamo fatto culturalmente e come sarà ora faticoso far salire la china ai nostri giovani e ragazze socializzate all’ideologia del tutto e subito, del sesso-bancomat, degli orizzonti a breve termine.
Se penso a tutto ciò ….
Se penso che siete due donne, e, almeno per quel che dite, adulte, anzi di una certa età, mi vengono i brividi !!!
Da come scrivete, siete dotate di cultura superiore…peccato che è tutta rimasta allo stato “culturalnozionistico” !!! quel che scrivete è tutto frutto della demagogia propagandistica dei giornali che leggete….Non voglio credere che sia l’elaborato delle vostre teste rispetto ai fatti che volete sottolineare, nè alla realtà che tutti viviamo!!! Da quando esiste il mondo il “bancomat” per le donne che volevano arrivare in fretta, e che non erano figlie di potenti è stato il sesso…lo scoprite ora?? No, non è figlia dei tempi questa trovata, è antica come il potere degli uomini!!! In quanto al fatto che detti uomini eletti da noi, scelgono per noi , tra le escort di turno, chi mettere in parlamento!!!Avete fatto un complimento mica male a tutte quelle donne che stanno dando l’anima per cercare di migliorare ( dalla visuale femminile )leggi e sistemi volute da sempre dal mondo maschile!!!!La misoginia oggi è rappresentata soprattutto dalle donne, che la usano come la volpe per l’uva….
cordialità
p.s. è vero la colpa di tanti guai educativi ce la dobbiamo prendere noi, infatti siamo noi che partoriamo, allattiamo e diamo le basi educative ai nostri figli…salvo poi credere, ognuna di noi, d’aver dato alla luce un genio, guai agli insegnanti che pretendono d’educarli, magari dicendo che non sono poi così “dotati”!!!!
Ogni volta che leggo dei commenti come quello appena postato mi chiedo il perché mail l’espressione di un’opinione “contro” debba sempre passare dall’attacco personale ed offensivo. Come se le opinioni non potessero camminare sulle proprie gambe ma debbano essere sempre ricondotte all’identità di chi le esprime affinché possano essere contraddette. Le opinioni che pesano si fondono sulle argomentazioni che esprimono non sull’attacco personale. Ma pare che questo sia una cosa particolarmente difficile da capire…peccato, la democrazia ne gioverebbe.