La “porcata” vince ancora
Proporrei di astenerci dagli inutili risentimenti verso Calearo, Cesario, Scillipoti, Polidori e così via. Non è per buonismo o eccessivo senso democratico. I nomi di coloro che hanno “trottolato” in queste ore si conoscono, e le offese servono a nulla.
Quando ho visto Calearo votare “no” alla sfiducia non ho potuto fare a meno di appiattire la mia posizione sulle persone, ma poi a mente fredda e rileggendo alcuni passaggi della giornata mi son ritrovato a leggere il Porcellum e la vasta offerta di distorsioni che presenta.
La lista chiusa, che si stringe intorno alle dirigenze dei partiti nei momenti elettorali, ha effetti sulle candidature ma non sui loro comportamenti. Quando è capitato con De Gregorio si è parlato di opportunismo, oggi si parla di venduti ma la sostanza non cambia.
La preferenza, questa sconosciuta, è l’elemento che caratterizza il rapporto tra l’eletto e il suo elettorato. Io preferisco “te” al posto “di quell’altro”. Se la preferenza non c’è allora tale rapporto si relativizza e nei momenti di tensione politica – come la mozione di sfiducia di oggi – esso si comprime fino a ad esaurirsi, alla faccia del “contratto sociale” fatto con i cittadini.
Il problema non è Calearo o la Polidoro, esso rimane nel sistema di selezione dei candidati.
La “porcata” oggi non l’ha fatta nessuno, esse è e resterà il frutto di quel 21 Dicembre del 2005.
Il problema non è Calearo o la Polidoro, ma la nostra assuefazione dinanzi a questi spettacoli sconcertanti.
E non mi preoccuperei tanto per la gestione del paese, ma del messaggio veicolato ovvero tutto è lecito anche l’illecito.
Mi spiace solo rieducare le mie figlie.
Il problema non è Calearo o la Polidoro, ma la nostra assuefazione dinanzi a questi spettacoli sconcertanti.
E non mi preoccuperei tanto per la gestione del paese, ma del messaggio veicolato ovvero tutto è lecito anche l’illecito.
Mi spiace solo che debbo rimettermi a rieducare le mie figlie.
Un articolo io lo avrei intitolato così: “La vendetta dei Nerds“ e ci avrei anche imbastito sopra una bella riflessione sulla disintermediazione del politico (dalla politica), sulla micropersonalizzazione, e sullo slittamento della media logic da un approccio maggioritario ad uno proporzionale: una testa un voto.
C’era spazio anche per riprendere un vecchio ragionamento sul mercato politico alla Schumpeter o alla Downs… ed intrecciarvi le quotazioni di borsa. Ma poi – mi sono detta – e chi se li deve filare più, dopo il voto, gli scilipoli ed i polidori?