Ricordo e tributo per Aaron Swartz (1986-2013)
Oggi che l’affermazione della cittadinanza, e tantomeno quella digitale, non scorre più nei canali istituzionali o pre-organizzati dall’alto, l’agire politico prende forme liquide, partecipate, distribuite. Non che questo sia un limite, anzi: corrisponde appieno all’osmosi continua tra l’attivismo individuale e la coscienza collettivizzata del post-moderno e dell’era digitale. È perciò su, per e con Internet che si concretizza l’impegno quotidiano per la giustizia sociale e la condivisione della cultura, un impegno civile che ci vede (o dovrebbe vederci) tutti coinvolti, pur nel nostro piccolo, senza soste né frontiere.
È proprio quest’impegno in prima persona e fino in fondo che ha caratterizzato la vita di Aaron Swartz [http://it.wikipedia.org/wiki/aaron_swartz], con un attivismo sociale centrato sugli strumenti online e dandosi continuamente da fare per crearne di nuovi e più adatti ad ampliare l’azione diretta dei cittadini. Aaron era noto fra l’altro per avere co-curato la prima specifica del RSS (a 14 anni) e la struttura base di Creative Commons [http://creativecommons.org], passando poi a co-fondare il nostro spazio di discussioni Reddit [http://reddit.com] e il gruppo progressista DemandProgress [http://demandprogress.org].
Il 19 luglio 2011 era stato arrestato per aver scaricato, tramite un laptop posizionato in uno sgabuzzino del MIT aperto a tutti, 4,8 milioni di articoli scientifici dal database accademico JSTOR, sempre come azione di disobbedienza civile per la libertà di cultura. Poi liberato dietro cauzione, era in attesa di processo, rischiando fino a 35 anni di carcere. Una persecuzione non lontana da quella del protagonista del “Processo” di Franz Kafka (Josef K., che alla fine viene ammazzato), e che in definitiva lo ha spinto togliersi la vita l’11 gennaio 2013 nel suo appartamento a New York.
Nei giorni scorsi non sono mancati ricordi e tributi online per questo primo anniversario, insieme a iniziative offline di attivismo puro, come la marcia anti-corruzione che ha visto decine di cittadini attraversare lo Stato del New Hampshire lungo 185 miglia (quasi 300 kilometri), nel freddo polare di questo periodo (all’alba di mercoledì scorso c’erano meno 16 gradi Celsius [http://lessig.tumblr.com/post/74170921630/an-insanely-cold-say-for-a-walk-show-the]).
Organizzata da Lawrence Lessig [http://lessig.tumblr.com/post/74482484345/the-walk-is-over-sadly] la NHRebellion Walk, [http://www.nhrebellion.org/], la marcia è partita proprio l’11 gennaio scorso e si è conclusa venerdi’ 24, compleanno di Doris Haddock, meglio nota come Granny D [http://en.wikipedia.org/wiki/Doris_Haddock], storica attivista per la giustizia sociale scomparsa nel marzo 2010 a 100 anni.
Come ricordo-tributo tutto italiano, abbiamo realizzato un e-book gratuito [http://aaronswartztributo.tumblr.com/] (in pdf, con epub in lavorazione) che include la traduzione di diversi suoi post, riflessioni e interventi, più vari articoli e scritti di amici e attivisti, oltre a materiali su open access/free culture e un’ampia sezione di link e risorse. Il tutto per approfondire, anche nell’ambito italiano, le dinamiche del suo caso e riflettere sulla vasta eco a livello internazionale del suo lascito e del suo impegno sociale a tutto tondo.
Una storia, e una tragedia, al contempo emblematica e straordinaria, che ci lascia un’eredità importante – anzi, l’unica speranza possibile, ricorda ancora Lessig, è la proseguirne il cammino con convinzione: «Se amiamo questo nostro mondo, nonostante tutto, ha senso provare a migliorarlo. Ogni sistema umano è un’istituzione, e le istituzioni sono convenzioni, e le convenzioni si cambiano».
Si tratta insomma di prendere in mano ed estendere il filo rosso dell’impegno sociale a tutto tondo e senza frontiere che va caratterizzando la vita di tanti “attivisti comuni” dell’epoca moderna, dentro e fuori Internet — dalla Primavera Araba a Occupy Wall Street, dagli Indignados ad Assange e Snowden.
In definitiva, senza voler fare di Aaron Swartz [http://aaronswartztributo.tumblr.com/] un eroe né un martire, quanto piuttosto un ragazzo, una persona impegnata come tante altre eppure diverso da tutti: aveva un inesorabile fuoco che gli ardeva dentro, e che ancor’oggi continua a bruciare. Ora tocca a noi tenerlo vivo e propagarlo. Un passo obbigato per la piena affermazione della cittadinanza e dell’agire politico che ci stanno tanto a cuore.
Grazie di tutto, Aaron.
Oggi che l’affermazione della cittadinanza, e tantomeno quella digitale, non scorre più nei canali istituzionali o pre-organizzati dall’alto, l’agire politico prende forme liquide, partecipate, distribuite. Non che questo sia un limite, anzi: corrisponde appieno all’osmosi continua tra l’attivismo individuale e la coscienza collettivizzata del post-moderno e dell’era digitale. È perciò su, per e con Internet che si concretizza l’impegno quotidiano per la giustizia sociale e la condivisione della cultura, un impegno civile che ci vede (o dovrebbe vederci) tutti coinvolti, pur nel nostro piccolo, senza soste né frontiere.
È proprio quest’impegno in prima persona e fino in fondo che ha caratterizzato la vita di Aaron Swartz, con un attivismo sociale centrato sugli strumenti online e dandosi continuamente da fare per crearne di nuovi e più adatti ad ampliare l’azione diretta dei cittadini. Aaron era noto fra l’altro per avere co-curato la prima specifica del RSS (a 14 anni) e la struttura base di Creative Commons, passando poi a co-fondare il nostro spazio di discussioni Reddit e il gruppo progressista DemandProgress.
Il 19 luglio 2011 era stato arrestato per aver scaricato, tramite un laptop posizionato in uno sgabuzzino del MIT aperto a tutti, 4,8 milioni di articoli scientifici dal database accademico JSTOR, sempre come azione di disobbedienza civile per la libertà di cultura. Poi liberato dietro cauzione, era in attesa di processo, rischiando fino a 35 anni di carcere. Una persecuzione non lontana da quella del protagonista del “Processo” di Franz Kafka (Josef K., che alla fine viene ammazzato), e che in definitiva lo ha spinto togliersi la vita l’11 gennaio 2013 nel suo appartamento a New York.
Nei giorni scorsi non sono mancati ricordi e tributi online per questo primo anniversario, insieme a iniziative offline di attivismo puro, come la marcia anti-corruzione che ha visto decine di cittadini attraversare lo Stato del New Hampshire lungo 185 miglia (quasi 300 kilometri), nel freddo polare di questo periodo (all’alba di mercoledì scorso c’erano meno 16 gradi Celsius).
Organizzata da Lawrence Lessig la NHRebellion Walk, la marcia è partita proprio l’11 gennaio scorso e si è conclusa venerdi’ 24, compleanno di Doris Haddock, meglio nota come Granny D , storica attivista per la giustizia sociale scomparsa nel marzo 2010 a 100 anni.
Come ricordo-tributo tutto italiano, abbiamo realizzato un e-book gratuito (in pdf, con epub in lavorazione) che include la traduzione di diversi suoi post, riflessioni e interventi, più vari articoli e scritti di amici e attivisti, oltre a materiali su open access/free culture e un’ampia sezione di link e risorse. Il tutto per approfondire, anche nell’ambito italiano, le dinamiche del suo caso e riflettere sulla vasta eco a livello internazionale del suo lascito e del suo impegno sociale a tutto tondo.
Una storia, e una tragedia, al contempo emblematica e straordinaria, che ci lascia un’eredità importante – anzi, l’unica speranza possibile, ricorda ancora Lessig, è la proseguirne il cammino con convinzione: «Se amiamo questo nostro mondo, nonostante tutto, ha senso provare a migliorarlo. Ogni sistema umano è un’istituzione, e le istituzioni sono convenzioni, e le convenzioni si cambiano».
Si tratta insomma di prendere in mano ed estendere il filo rosso dell’impegno sociale a tutto tondo e senza frontiere che va caratterizzando la vita di tanti “attivisti comuni” dell’epoca moderna, dentro e fuori Internet — dalla Primavera Araba a Occupy Wall Street, dagli Indignados ad Assange e Snowden.
In definitiva, senza voler fare di Aaron Swartz un eroe né un martire, quanto piuttosto un ragazzo, una persona impegnata come tante altre eppure diverso da tutti: aveva un inesorabile fuoco che gli ardeva dentro, e che ancor’oggi continua a bruciare. Ora tocca a noi tenerlo vivo e propagarlo. Un passo obbigato per la piena affermazione della cittadinanza e dell’agire politico che ci stanno tanto a cuore.