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Con Emma, innoviamo la didattica e facciamo crescere l’Italia in Europa

A volte sparisco dentro una coltre di nebbia. E faccio fatica a vedere oltre il mio naso. Poi piano piano la nebbia si dirada ed inizio a vedere con maggiore chiarezza di cosa sono fatti (i sogni?! no) i progetti europei. E l’ultimo di cui mi sono occupata mi ha assorbito più di quanto avrei mai immaginato. Sarà perchè mi piace vedere le cose crescere, sarà perché credo fermamente che l’unica condizione per crescere tutti  insieme è sostenere la cultura in ogni suo aspetto. Sarà anche perché la cultura è l’unico bene che cresce quanto più viene consumato. Sarà per tutte queste ragioni che il progetto di cui mi sono occupata, in questo intensissimo anno, si chiama Emma, un progetto dal nome semplice ma impegnativo, acronimo di European Multiple Moocs Aggregator.

EMMA_HOME_PAGE 1@0Emma è un progetto sperimentale di realizzazione di una piattaforma – la prima made in italy –  di Massive Open Online Courses (MOOC), corsi universitari aperti a tutti, gratuiti e, soprattutto, con un approccio multilingua.

Da oggi gli studenti di tutto il mondo possono registrarsi ai MOOC  in diverse discipline, dal Blended Learning all’Organizzazione delle imprese culturali, dal Searching on the Internet alla Pedagogia generale e sociale, offerti da un gruppo di università europee con il coordinamento della Federico II e il supporto di Federica Web Learning (www.federica.unina.it).

Stiamo puntando – come Paese, come università, come meridione che si affaccia finalmente in Europa con una proposta credibile di innovazione della didattica – a fare di Emma un punto di riferimento per quanti l’università non se la possono più permettere e per quanti credono ancora che la strada verso la democrazia è sempre costellata di piccoli passi e, oggi, grazie ad Emma un altro piccolo passo è stato fatto in quella direzione.

eCitizens si diventa

Nel corso del mio libro “Cittadini digitali. L’agire politico al tempo dei Social Media” ho provato a leggere le trasformazioni che si stanno registrano al cuore dei processi politici sia come il risultato evolutivo del potere trasformativo delle tecnologie che come una risposta strategica alle sfide imposte dalla crescente complessità sociale, che rende inadeguati e obsoleti attori, concetti e strumenti di decisione, aprendo la strada alla ricerca di nuovi paradigmi per istruire le scelte collettive. Nel capitolo eCitizens si diventa ricostruisco le linee principali del discorso democratico a oltre vent’anni dalle prime pubblicazioni sul rapporto tra democrazia e nuove tecnologie della comunicazione. Molte delle riflessioni del passato appaiono oggi distanti dagli effettivi sviluppi democratici della Rete. Le speranze di chi vedeva in essa uno spazio pubblico aperto e orientato a creare una strong democracy (Barber 1984) sono rimaste a lungo prive di riscontro empirico. Della nascita di un nuovo attore politico si parla, infatti, da molto tempo, da quando cioè ha avuto inizio la stagione dell’e-democracy. Ma sia i partiti che i parlamenti – depositari tradizionali della rappresentanza – si sono rivelati incapaci di interpretare e gestire le nuove sfide della e-citizenship.
Poi è arrivato l’e-government ad alimentare le aspettative di coniugare il livello top down con quello bottom up della politica, i cittadini con i governanti. Una stagione di forti attese ma scarsi risultati. Il desiderio di uniformare, codificare, standardizzare subito la telematica pubblica spegnerà sul nascere la già fragile propensione alla partecipazione. Così le reti civiche, fiore all’occhiello dei sindaci nella prima stagione dell’elezione diretta, si sono trovate spodestate, già prima di crescere, dalle più algide ma funzionali Città Digitali. Oggi nessuno ricorda più i contrasti e le lacerazioni che la messa alla porta delle reti civiche aveva provocato in quanti ci avevano creduto, investendo tempo e denaro ad attrezzare vecchi server e connessioni traballanti per fornire servizi di community a studenti, volontari, cittadini, tutti interessati a essere lì dove l’innovazione sociale si andava producendo. Il rammarico per l’occasione perduta è tuttavia mitigato dalla consapevolezza che quello che non si è ottenuto per via istituzionale è tornato a essere nuovamente a portata di mano per via sociale, facendo una strada più lunga e tortuosa, ma, allo stato dei fatti, più promettente.

Il fenomeno dei social media ha assunto, infatti, una dimensione numerica impensabile nel mondo dell’e-democracy. Essi hanno reso possibile l’organizzarsi comunicativo di una massa critica di cittadini senza precedenti e, con la sua cifra numerica, si è fatta avanti anche la sua naturale caratterizzazione politica.

I media sociali diventano così il contesto nel quale la politicità della Rete tende a essere finalmente tangibile. È in questo milieu che all’animale virtuale socializzato si riconosce la capacità di agire politicamente quale attore individuale e collettivo, appunto lo zoon politikon di Aristotele.

Così proprio quando andava affermandosi una generale riduzione delle aspettative circa il ruolo democratico di Internet, la storia prende invece un’altra piega. Continua »

Ricordo e tributo per Aaron Swartz (1986-2013)

Ricordo e tributo per Aaron Swartz (1986-2013)
Oggi che l’affermazione della cittadinanza, e tantomeno quella digitale, non scorre più nei canali istituzionali o pre-organizzati dall’alto, l’agire politico prende forme liquide, partecipate, distribuite. Non che questo sia un limite, anzi: corrisponde appieno all’osmosi continua tra l’attivismo individuale e la coscienza collettivizzata del post-moderno e dell’era digitale. È perciò su, per e con Internet che si concretizza l’impegno quotidiano per la giustizia sociale e la condivisione della cultura, un impegno civile che ci vede (o dovrebbe vederci) tutti coinvolti, pur nel nostro piccolo, senza soste né frontiere.
È proprio quest’impegno in prima persona e fino in fondo che ha caratterizzato la vita di Aaron Swartz [http://it.wikipedia.org/wiki/aaron_swartz], con un attivismo sociale centrato sugli strumenti online e dandosi continuamente da fare per crearne di nuovi e più adatti ad ampliare l’azione diretta dei cittadini. Aaron era noto fra l’altro per avere co-curato la prima specifica del RSS (a 14 anni) e la struttura base di Creative Commons [http://creativecommons.org], passando poi a co-fondare il nostro spazio di discussioni Reddit [http://reddit.com] e il gruppo progressista DemandProgress [http://demandprogress.org].
Il 19 luglio 2011 era stato arrestato per aver scaricato, tramite un laptop posizionato in uno sgabuzzino del MIT aperto a tutti, 4,8 milioni di articoli scientifici dal database accademico JSTOR, sempre come azione di disobbedienza civile per la libertà di cultura. Poi liberato dietro cauzione, era in attesa di processo, rischiando fino a 35 anni di carcere. Una persecuzione non lontana da quella del protagonista del “Processo” di Franz Kafka (Josef K., che alla fine viene ammazzato), e che in definitiva lo ha spinto togliersi la vita l’11 gennaio 2013 nel suo appartamento a New York.
Nei giorni scorsi non sono mancati ricordi e tributi online per questo primo anniversario, insieme a iniziative offline di attivismo puro, come la marcia anti-corruzione che ha visto decine di cittadini attraversare lo Stato del New Hampshire lungo 185 miglia (quasi 300 kilometri), nel freddo polare di questo periodo (all’alba di mercoledì scorso c’erano meno 16 gradi Celsius [http://lessig.tumblr.com/post/74170921630/an-insanely-cold-say-for-a-walk-show-the]).
Organizzata da Lawrence Lessig [http://lessig.tumblr.com/post/74482484345/the-walk-is-over-sadly] la NHRebellion Walk, [http://www.nhrebellion.org/], la marcia è partita proprio l’11 gennaio scorso e si è conclusa venerdi’ 24, compleanno di Doris Haddock, meglio nota come Granny D [http://en.wikipedia.org/wiki/Doris_Haddock], storica attivista per la giustizia sociale scomparsa nel marzo 2010 a 100 anni.
Come ricordo-tributo tutto italiano, abbiamo realizzato un e-book gratuito [http://aaronswartztributo.tumblr.com/] (in pdf, con epub in lavorazione) che include la traduzione di diversi suoi post, riflessioni e interventi, più vari articoli e scritti di amici e attivisti, oltre a materiali su open access/free culture e un’ampia sezione di link e risorse. Il tutto per approfondire, anche nell’ambito italiano, le dinamiche del suo caso e riflettere sulla vasta eco a livello internazionale del suo lascito e del suo impegno sociale a tutto tondo.
Una storia, e una tragedia, al contempo emblematica e straordinaria, che ci lascia un’eredità importante – anzi, l’unica speranza possibile, ricorda ancora Lessig, è la proseguirne il cammino con convinzione: «Se amiamo questo nostro mondo, nonostante tutto, ha senso provare a migliorarlo. Ogni sistema umano è un’istituzione, e le istituzioni sono convenzioni, e le convenzioni si cambiano».
Si tratta insomma di prendere in mano ed estendere il filo rosso dell’impegno sociale a tutto tondo e senza frontiere che va caratterizzando la vita di tanti “attivisti comuni” dell’epoca moderna, dentro e fuori Internet — dalla Primavera Araba a Occupy Wall Street, dagli Indignados ad Assange e Snowden.
In definitiva, senza voler fare di Aaron Swartz [http://aaronswartztributo.tumblr.com/] un eroe né un martire, quanto piuttosto un ragazzo, una persona impegnata come tante altre eppure diverso da tutti: aveva un inesorabile fuoco che gli ardeva dentro, e che ancor’oggi continua a bruciare. Ora tocca a noi tenerlo vivo e propagarlo. Un passo obbigato per la piena affermazione della cittadinanza e dell’agire politico che ci stanno tanto a cuore.
Grazie di tutto, Aaron.

Oggi che l’affermazione della cittadinanza, e tantomeno quella digitale, non scorre più nei canali istituzionali o pre-organizzati dall’alto, l’agire politico prende forme liquide, partecipate, distribuite. Non che questo sia un limite, anzi: corrisponde appieno all’osmosi continua tra l’attivismo individuale e la coscienza collettivizzata del post-moderno e dell’era digitale. È perciò su, per e con Internet che si concretizza l’impegno quotidiano per la giustizia sociale e la condivisione della cultura, un impegno civile che ci vede (o dovrebbe vederci) tutti coinvolti, pur nel nostro piccolo, senza soste né frontiere.

È proprio quest’impegno in prima persona e fino in fondo che ha caratterizzato la vita di Aaron Swartz, con un attivismo sociale centrato sugli strumenti online e dandosi continuamente da fare per crearne di nuovi e più adatti ad ampliare l’azione diretta dei cittadini. Aaron era noto fra l’altro per avere co-curato la prima specifica del RSS (a 14 anni) e la struttura base di Creative Commons, passando poi a co-fondare il nostro spazio di discussioni Reddit e il gruppo progressista DemandProgress.

Il 19 luglio 2011 era stato arrestato per aver scaricato, tramite un laptop posizionato in uno sgabuzzino del MIT aperto a tutti, 4,8 milioni di articoli scientifici dal database accademico JSTOR, sempre come azione di disobbedienza civile per la libertà di cultura. Poi liberato dietro cauzione, era in attesa di processo, rischiando fino a 35 anni di carcere. Una persecuzione non lontana da quella del protagonista del “Processo” di Franz Kafka (Josef K., che alla fine viene ammazzato), e che in definitiva lo ha spinto togliersi la vita l’11 gennaio 2013 nel suo appartamento a New York.

Nei giorni scorsi non sono mancati ricordi e tributi online per questo primo anniversario, insieme a iniziative offline di attivismo puro, come la marcia anti-corruzione che ha visto decine di cittadini attraversare lo Stato del New Hampshire lungo 185 miglia (quasi 300 kilometri), nel freddo polare di questo periodo (all’alba di mercoledì scorso c’erano meno 16 gradi Celsius).

Organizzata da Lawrence Lessig la NHRebellion Walk, la marcia è partita proprio l’11 gennaio scorso e si è conclusa venerdi’ 24, compleanno di Doris Haddock, meglio nota come Granny D , storica attivista per la giustizia sociale scomparsa nel marzo 2010 a 100 anni.

Come ricordo-tributo tutto italiano, abbiamo realizzato un e-book gratuito (in pdf, con epub in lavorazione) che include la traduzione di diversi suoi post, riflessioni e interventi, più vari articoli e scritti di amici e attivisti, oltre a materiali su open access/free culture e un’ampia sezione di link e risorse. Il tutto per approfondire, anche nell’ambito italiano, le dinamiche del suo caso e riflettere sulla vasta eco a livello internazionale del suo lascito e del suo impegno sociale a tutto tondo. Continua »

Cittadini Digitali. L’agire politico al tempo dei Social media

COverCari tutti, è con molta gioia che vi annuncio l’uscita del mio libro. Si tratta del risultato di una riflessione partita tanto tempo fa e che oggi trova nei nuovi sviluppi “social” della politica una sua maggiore compiutezza. Infatti, dopo secoli di autonomia del politico dal sociale, la socialità torna a essere nuovamente inscindibile dalla sua intrinseca politicità e – per la sua dirompenza – il fenomeno è entrato a pieno titolo nella linea di riflessione politologica. Non si parte più da un’utopica trasformazione del cittadino in cittadino virtuale, ma da una nuova frontiera della socialità in Rete che produce un cittadino perfettamente integrato, a suo agio e consapevole del suo agire politico. È di questa novità che si inizia a nutrire la nuova politica online. Come i casi di Barack Obama e di Beppe Grillo testimoniano.

Il testo offre una lettura diacronica della democrazia ed un’interpretazione originale del caso Grillo.

DDK

Insomma leggetelo e fatemi sapere. Si accetta ogni critica, soprattutto in forma di pomodori e verdure di stagione 🙂

Pronto il programma del Piccolo Festival della Politica: anteprima il 31 agosto

pfdp2013-def-1La quarta edizione del Piccolo Festival della Politica, che ha come tema generale del 2013 “L’Italia nel primo anno dell’era grillina, tra populismo, innovazione e disincanto”, prende il via con un’anteprima, in programma il prossimo 31 agosto a Sant’Agata de’ Goti, e dedicata all’analisi e alle prospettive poltico-sociali legate all’espansione territoriale, elettorale e parlamentare del  Movimento 5 Stelle.

Il PFP 2013, dilata i propri confini geografici, ospitando i singoli convegni pomeridiani non solo nel centro storico di Sant’Agata de’ Goti ma, in parte, anche a Telese Terme.

A completare il puzzle del cartellone di questa quarta edizione che prende ufficialmente il via lunedì 2 settembre, c’è la mostra filatelica “la storia politica d’Italia nei francobolli postali”, le presentazioni editoriali e  il workshop sulla comunicazione politico – elettorale, le cui iscrizioni , almeno per chi intende partecipare ad una delle dieci borse di frequenza da 150,00 euro, scade il prossimo 24 agosto.  Per iscriversi ovviamente gratuitamente è necessario inviare la domanda di partecipazione all’indirizzo bando@piccolofestivaldellapolitica.it.

Tra i docenti che hanno confermato la loro partecipazione al workshop ci sono Nicola Formichella, Nicola Borrelli, Luigi Massa, Rossana De Rosa, Tommaso Ederoclite e Jacopo Rodeghiero, Diego Lazzarich, Luigi Famiglietti e Andrea Paolillo.

Info e Ufficio Stampa

0823.1892090 / 335.7787028

Out of the Fishbowl. I racconti di Lucilla Fuiano ora in un libro

OutOfTheFishbowl-copertina«L’anima, sotto forma di prodotto, da che mondo è mondo interessa solo al diavolo. Che cosa sia attualmente la situazione editoriale, specie della narrativa, è sotto gli occhi di tutti. Ci saranno – così è sempre stato e dobbiamo sperarlo – tempi migliori.

Non abbiamo amarezze, tuttavia: il piacere di raccontare è figlio di un’altra stagione che in quelli come noi, come Lucilla, avventurosamente è ancora vivo. Lei voleva che i suoi racconti potessero respirare anche fuori dalla boccia dei pesciolini rossi. Ed eccoli». 9 maggio 2013 Stella Cervasio

Out of the Fishbowl sarà presentato a Napoli, il 9 settembre alle 17,30 presso il Palazzo Serra di Cassano. È possibile richiedere informazioni o  copie del volume all’indirizzo e-mail: racconti.outofthefishbowl@gmail.com

La comunicazione politica tra prassi e teoria

Nell’ultimo ventennio, l’attenzione verso la comunicazione politica è cresciuta vertiginosamente in funzione dell’importanza strategica riconosciutale nell’influenzare l’elettorato e, di conseguenza, i rapporti di forza all’interno dello scacchiere politico.
La triangolazione tra politica, media e cittadinanza è divenuta oggetto di studio di vari ambiti disciplinari accademici: politologi, sociologi, esperti di mass media, linguisti e storici, seppur da prospettive diverse, hanno contribuito a rinverdire i fast dell’ars oratoria d’età classica.
Con l’avvento dell’era del Web 2.0 e l’esplosione dei cosiddetti media conversazionali, la discussione sulla comunicazione politica si è estesa dalle aule universitarie ai blog e social network, nuovi fori virtuali nell’era di un umanesimo elettronico che ha riportato il cittadino al centro dell’universo politico, con conseguenze ancora tutte da scoprire.
Se ne parlerà lunedì 27 maggio presso il Campus di Fisciano.

Scarica il programma.

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Movimento Cinque Stelle: non è male ciò che appare

MoVimento5Stelle_TimeCurioso. Il 2013 è l’anno europeo del cittadino. Non poteva iniziare con un’affermazione più clamorosa, con la  vittoria che  il verdetto delle urne ha consegnato nelle mani dei cittadini a 5 Stelle. Una vittoria intepretata dai più come uno tsunami elettorale che ha spazzato parte della vecchia classe politica e ha consegnato il Paese all’ingovernabilità. Io però mi sono fatta un’altra idea.

Parto da una considerazione personalissima: il Movimento Cinque Stelle non è antipolitico né populista. E’ un movimento contro-democratico, nel senso in cui Rosanvallon (Controdemocrazia. La politica nell’era della sfiducia, 2005) intende la contro-democrazia, non come  il contrario della democrazia, ma come una «forma di democrazia che contrasta quella tradizionale, della democrazia dei poteri indiretti disseminati nel corpo sociale, della democrazia della diffidenza organizzata che fronteggia la democrazia fondata sulla legittimità elettorale». La contro-democrazia non è quindi scindibile dalle istituzioni democratiche legali, anzi ne rappresenta la loro valorizzazione, intende porsi come un argine alla mortificazione delle istituzioni e, in particolare, del parlamento, luogo in cui si esprime la rappresentanza e si esercita la sovranità popolare.

E’ questo in effetti il punto chiave del discorso grillino: la morte del parlamento per mano dei partiti che lo hanno occupato e dei governi che lo hanno bypassato sistematicamente nell’arco degli ultimi venti anni, legiferando a colpi di fiducia, decreti d’urgenza, strappi, compra-vendite, baratti. Senza mai procedere sul piano delle riforme istituzionali per dare maggiore efficacia al processo legislativo. Anzi  eliminando le preferenze dalla scelta elettorale, hanno di fatto trasformato l’accountability in disciplina di partito. Siamo così velocemente approdati ad una “democrazia senza popolo”, ridotta all’ombra di sé stessa, deformata da uno specchio  che ci rimandava l’immagine abbrutita di noi stessi: zombi impegnati tutto il tempo a legiferare per sé non per tutti, svendendo la dignità del Paese in cambio di un proprio tornaconto e preferendo l’uovo di oggi alla gallina di domani; lo spettacolo di una classe politica che, con arroganza, ha dato vita al sacco del nostro territorio e delle sue risorse, senza pudore né vergogna.  Gli scandali del Lazio e della Lombardia sono  solo gli ultimi di una lunga scellerata sequenza. Continua »

Berlusconi o Santoro? Ma davvero davvero?

Sì l’ho visto anche io, impendendo a mia figlia di monopolizzare per una sera la TV con le sue scelte da bambina spensierata. Mi sono sintonizzata su La 7 sperando nella clemenza del digitale terreste (verso il quale nutro un odio profondissimo) sorbendo l’ultimo quarto d’ora di Lilly Gruber con uno (posso dirlo?) splendido D’Alema e un altrettanto godibilissimo Stefano Folli. Guardandoli ed osservandoli pensavo alla “tempra politica”, a quella speciale  resistenza ottenuta attraverso un rodaggio costante e duro negli ambienti politici e istituzionali più vari, spesso  avversi. Nutro una profonda ammirazione per coloro che l’acquisiscono e che riescono a passare nel fuoco come salamandre. Poi la pubblicità ed infine la sigla. Granada? Ma perchè Santoro attacca così? Mia figlia protesta al primo accenno di sigla, non coglie la metafora, ma si illumina quando le ricordo la visita a Placa de Toros e la storia di Manolete, il torero che perse la vita pur di finire il toro e non perdere l’onore nell’arena.  Due secondi di perplessità. Poi è tutto chiaro: il messaggio è “Signori oggi  ci divertiamo, questa è una trasmissione semiseria, #sapevatelo!”

E’ dunque questo il registro scelto da Santoro? trattare Berlusconi come un fenomeno da barraccone trasformando ServizioPubblico in un momento di avanspettacolo? Scelta forse discutibile, mi dico, ma per certi aspetti comprensibile. Santoro crede che mettendolo in ridicolo non  consentirà ad un illusionista della comunicazione  di utilizzare la sua trasmissione come predellino politico-elettorale. E’ questo il suo timore. Incorniciando tutta la trasmissione come trasmissione semiseria (sigla,  posizionamento sedia…) non c’è il rischio che gli argomenti di Berlusconi vengano poi recepiti e interpretati come argomenti o contro-argomenti corretti. In altri termini, Santoro ha giocato molto – e forse soltanto –  sulla sua possibilità di determinare il contesto di riferimento, fornendo agli spettatori una precisa cornice di senso: signori, stasera  ospitiamo un buffone, un uomo che non merita la nostra attenzione, qualunque cosa egli dirà prendetela come una boutade.

Continua »

Un anno fa la scomparsa di Lucilla Fuiano

lucilla fuianoDella morte di Pierpaolo Pasolini ricordo sempre la frase che ebbe a dire sua cugina: con lui intorno si sentivano tutti più intelligenti e la sua perdita li aveva privati anche di questa intelligenza riflessa. Accade quando una persona impregna di sé e dei suoi pensieri la vita di chi gli sta intorno e – senza nemmeno rendersene conto – la impreziosisce e la rende più interessante. Ci si sentiva così ad avere intorno Lucilla Fuiano che, con la sua discrezione ed il suo acume, attribuiva senso a pensieri spesso  espressi senza il necessario strumentario di approfondimento e riflessione. Capitava quindi che le sue richieste di chiarimento venivano accolte con un generale senso di spiazzamento cui seguiva uno sforzo di messa in ordine e pulizia del pensiero, talvolta anche con una maggiore capacità di  astrazione. La sua curiosità non era mai di maniera, ma disvelava un sincero interessamento verso l’altro e la sua argomentazione. Come se si aspettasse di non essere delusa dalla conversazione fino a tirare fuori il meglio da questa. Per questo dopo ci si sentiva più intelligenti e le si era grati di questa sensazione di profondità. Accadeva tutto senza sforzo e con leggerezza. Di lei mi manca questo, e mi manca anche di me.

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