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3/11/2004

Politically Incorrect

Rosanna De Rosa, ore 11:36 pm

Verrebbe voglia di stigmatizzare gli americani come coloro che hanno scelto per la seconda volta uno stupido a rappresentarli. Verrebbe voglia di ricordare loro che da tre anni tutto il mondo ? costretto a percepirsi come l’arto in cancrena di una superpotenza incapace di trovare linguaggi e discorsi che parlano all’Islam, ormai cartina di tornasole di ogni conflitto sociopolitico di qui a venire. Verrebbe voglia di prendersela con gli indecisi che forse era meglio se rimanevano tali, con i sondaggi dentro le pieghe dei quali molta parte del mondo non allineato aveva riposto le speranze di un cambiamento, un cambiamento che radicale non sarebbe comunque stato. Verrebbe voglia di essere politically uncorrect, ed augurare quantomeno un ictus ad ogni neocon, prendersela anche un p? con gli opinionisti e gli analisti che si parlano addosso da giorni ma che di fronte alla clava conservatrice hanno finto l’equidistanza scientifica per non rischiare di proprio. Verrebbe voglia anche di farcire questo post di qualche parolaccia qua e l?, non tanto per la sconfitta di Kerry (che non ci aveva convinto pi? di tanto) ma per la frustrazione di dover constatare che l’America ? inesorabilmente pi? lontana, che il cleavage si allarga tanto da lasciar intravedere un nuovo corso nella politica. Verrebbe da chiedersi perch? gli elettori del primo Bush, non hanno cambiato idea, nonostante gli scandali, le bugie, le manifestazioni di dissenso che hanno attraversato tutto il mondo. Il punto ? infatti questo. Una questione che gli osservatori si ostinano a non vedere pur essendo cos? macroscopicamente evidente. Non ? tornata in voga la politica, non soltanto almeno. E’ tornato prepotentemente sulla scena la forma partito, quella forma organizzativa che in tanti paesi dell’Europa viene ormai derubricata fra le inutilities della tradizione culturale e politica tanto che in alcuni (l’Italia?) non appare pi? nemmeno nel nome, di un partito. E’ la macchina politica quella che ha ripreso posto sulla scena politica internazionale, con tutti i suoi crismi: ideologia, spirito di corpo, occupazione del potere, militanza, affiliazione e fidelizzazione. Di certo si tratta di un partito personale, ma di un partito, perch? nella persona di Bush - da sola - forse pochi avrebbero posto la fiducia. E c’? da scommetterci che - ad elezioni finite - il partito non sar? smobilitato come accaduto in passato ma, anzi, inizier? un nuovo processo di evangelizzazione politica capillare.
E la domanda ritorna necessariamente a noi: ce la far? mai la sinistra italiana a canalizzare il bisogno di politica e di organizzazione partitica senza necessariamente aspettare che il paese si spacchi in due? Baster? la lezione americana?

10 Comments

  1. …c’e’ da aggiungere che molto hanno influito i “traditional values” – contro l’aborto e i matrimoni gay, a favore della famiglia e del business… per quanto forse poco comprensibile e/o sottovalutato dall’esterno, cio’ visto dall’interno e’ proprio vero: tantissima gente ha scelto Bush proprio su queste basi, ideologiche e demagogiche, mentre Kerry non si e’ pronunciato mai troppo chiaramente contro i valori conservatori e pro quelli valori liberal (tipo altruismo, generosita’, partecipazione e via di seguito), qualcosa che adesso vanno notando anche i progressive, e che purtroppo rivela l’esteso provincialismo dell’attitudine al voto, alla politica alla cultura di gran parte del popolo statunitense ancor’oggi

    berny — 3/11/2004 @ 11:49 pm

  2. Saranno 4 anni veramente tosti.

    Claudio Simeone — 4/11/2004 @ 1:29 am

  3. e viene anche da chiedersi dove sono quelle masse che dall’inizio della guerra in Iraq hanno riempito le strade di San Francisco e New York dicendo no alla guerra e no a Bush. Quello che si pensava fosse un grande partito di massa organizzato (i democratici) ? risultato essere il meno strutturato mentre i repubblicani sono andati avanti reggendosi sui principi del cristianesimo e dell’economia. Non ? un caso che nello stesso momento in cui tutti eravamo a guardare increduli le percentuali di voti di Bush salire, undici stati abbiano votato contro i matrimoni gay. ? vero, vincono l’organizzazione ed i valori del partito ed ? anche una vittoria politica, perch? da decenni non si vedeva una mobilitazione tale. Ma non leggiamola come una vittoria della destra in tutto il mondo: l’Europa ha altro da dire, e in Italia c’? ancora tanto da fare.

    Monica Zuccarini — 4/11/2004 @ 8:48 am

  4. Tutte le volte ? la stessa delusione del ‘partigiano’. ma una politica ed un modello che riescono a far eleggere chiunque (perch? Bush E’ chiunque) rappresentano un modello valido e credibile di democrazia per il futuro? Bush non fa gli interessi del mondo, n? umano n? ecologico, ma delle lobbies che lo finanziano, solamente in modo pi? manifesto di altri. eppure riscuote il consenso …. questo consenso mi fa pi? paura di Bush

    mariog — 4/11/2004 @ 8:54 am

  5. Un p? nell’aria gi? c’era. Qualcuno presagiva. Per cominciare via le “colombe"…

    Tommaso — 4/11/2004 @ 4:25 pm

  6. …Ma la cosa pi? paradossale ? che ci hanno fatto credere fino alla fine che il candidato democratico(per quanto poco convincente)ce la potesse fare."Gli ultimi exit-poll danno un lieve vantaggio a Kerry” dicevano; “Se andranno alle urne in tanti, di sicuro il Democratico avr? la meglio” dicevano…oltre al danno, la beffa. E, in questo senso, c’? da interrogarsi sulle responsabilit? dei media, opinin makers, sondaggisti…marianocerino

    Maria Nocerino — 5/11/2004 @ 8:46 pm

  7. E l’apparizione in zona Cesarini di uno strano personaggio, che l’informazione italiana ha interpretato come una richiesta di votare per Kerry, secondo voi che impatto ha avuto? http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=76
    Giulietto Chiesa fa delle illazioni, che questa volta non posso non acettare almeno in termini di riflessione. Sto parlando di Osama che improvvisamente si veste da opinionista politico. Che strana metamorfosi. E la visita in Cina di Cheney, paese dove Osama sembra villeggiare che sembrava potesse significare la cattura, non ha invece portato a nulla che significa? Osama serve vivo e in libert? per alimentare la paranoica paura del futuro che spinge gli americani verso la rincorsa ai valori “tradizionali", che danno un solievo e mettono in ordine le (poche) idee degli americani che, almeno geograficamente in realt?, sono meno esposti al pericolo del terrorismo. Se si legge Rumiz e la guerra in ex jugo si possono trovare delle chiavi di lettura che, paradossalmente, servono anche per un’interpretazione dell’andamento di questa tornata elettorale americana.
    Stiamo esagerando? Pu? darsi. Ma l’idea di un’altra rielezione, qui da noi invce, mi angoscia. Speriamo sia solo un brutto incubo da cui ci risveglieremo presto.
    Ciao Leonas

    Anonymous — 5/11/2004 @ 10:45 pm

  8. Per la verit? pensavo a nessun impatto (leggi i commenti all’articolo di Ted Lowi su queste pagine). Il fatto ? che sono un’inguaribile ottimista…ho una fiducia quasi smisurata nell’intelligenza umana e, come penso fossero cos? poco convincenti le prime apparizioni pubbliche di Osama, tuttora credo che non possa esistere un solo idiota al mondo a credere che l’ultima puntata di questa strana telenovela valga pi? di tanto. Naturalmente l’incredulit? aumenta di fronte al precipitarsi dei servizi segreti nell’affermare che il video era assolutamente vero (non verosimile, ma vero). E certo fa un p? ridere il tutto, dal solenne abbigliamento, al ricordo delle azioni di Atta (che nessuno credo ormai pi? ricordava), al distillato di saggezza politica (il destino ? nelle vostre mani). Sar? che questa mia inguaribile fiducia mi porta a pensare che Osama non pu? essere cos? stupido da offrire una vittoria sul piatto d’argento (anzi d’oro) al suo peggior nemico, non quando tutto sembrava remare nel senso contrario. Sar? anche che il tutto ricorda un p? le dieci controfigure di Saddam, cos? ben fatte che finanche quando gli americani si son ritrovati in mano quello che credevano fosse l’originale lo hanno dovuto analizzare con cura prima di poterlo autenticare. Sar? che naturalmente puzza sempre un p? tutto di dietrologia, qualunque cosa si voglia pensare di questo teatrino della vita animato dalla finzione. Sar? per tutto questo che forse sar? il caso che inizi a pensare ad un deficit di intelligenza globale…

    ros — 5/11/2004 @ 11:59 pm

  9. Si Ros, ma solo sei hai cattivi nel mondo ? giustificata l’esistenza della polizia. E’ un po’ come quando vedi i tank israeliani che bombardano le case palestinesi, gli israeliani dicono che sono le case da cui sono partiti i razzi che hanno ucciso i loro civili. I palestinesi sparano i razzi perch? i tank hanno ucciso i loro di civili….. Uno giustifica l’esistenza dell’altro. Un paragone un po’ stiracchiato? Forse hai ragione io non sono un midnight talker (lo canta Franti) e vista l’ora…. Ma senza gli attentati (non sto fornendo una spiegazione su chi sia il colpevole, ma solo su chi c’ha costruito parte della sua fortuna) Bush non sarebbe stato rieletto (credo e in effetti ? tutto da dimostrare) fatto sta che Bin Laden ? una figura troppo artificiale adesso pi? che mai, anzi sta diventando ridicola. Il paragone con le 10 controfigure di Saddam calza a pennello, anche se un po’ soddisfa la nostra idea di nebulosa islamica. Non trovi?

    Leonas — 6/11/2004 @ 12:57 am

  10. Data l’ora…ed il mio “stracottismo"…non posso che essere d’accordo con te, ma sarei stata d’accordo comunque. Buonanotte America

    ros — 6/11/2004 @ 1:23 am

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