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8/11/2004

Un’ultima considerazione sugli exit polls…

Valentina Reda, ore 6:05 pm

L’esito di queste elezioni ha dunque confermato la fallacia dei sondaggi? Gli exit polls hanno ribadito la loro incapacit? di prevedere correttamente il risultato dello scrutinio? Di nuovo le agenzie di sondaggio hanno dimostrano la poca professionalit? con cui gestiscono la produzione e la diffusione dei dati relativi alle preferenze di voto?
La certezza di una risposta affermativa a questi interrogativi ? tale che stavolta non ? neanche scoppiato lo scandalo.
Ormai l’osservazione dei sondaggi viene liquidata con l’atteggiamento supponente di chi non intende pi? lasciarsi ingannare dalle invenzioni della nuova politica. Oggi tutti pensano che i sondaggi sono una truffa, uno strumento della manipolazione informativa, un nuovo modo con cui la politica cerca di attirare l’attenzione dei cittadini, o distoglierla.
Tutto questo ha la sua consistente base di verit?, che, per?, ? costantemente condita da una buona dose di qualunquismo, che fa s? ad esempio che il pubblico ignori ancora la differenza tra sondaggio ed exit poll, e che, soprattutto, nulla gli interessi di capirla.
Chiss? se il pubblico italiano ricorda la vicenda delle ultime elezioni provinciali. Per buona parte della notte, infatti, ? stato con il fiato sospeso fino a quando, stanco, ha deciso finalmente di andare a dormire, sulla base di dati che provenivano dallo spoglio del 5% dei seggi campione! Non solo, quindi, una percentuale tanto esigua, ma per giunta di campione, ovvero una porzione dei seggi elettorali. Un dato che, correttezza vuole, non avrebbe dovuto nemmeno essere diffuso. Che questo rappresenti una chiara mancanza di professionalit? dell’istituto che accetta di diffondere dati passibili di essere smentiti nell’arco di poche ore non c’? alcun dubbio, ma resta un mistero sul perch? non si diffonda un sentimento di rabbia per un inganno reiterato ad ogni consultazione elettorale da parte di un sistema informativo decisamente pi? preoccupato di confezionare la notizia che di rendere cosciente il proprio pubblico.
Probabilmente la risposta pi? semplice ? che la media dei cittadini di questa frode non si accorge.
Il fatto ? che in quel caso non ? sembrato che poi ci si accorgesse che il dato elettorale rientrava perfettamente nella forchetta prevista dai risultati degli exit polls. Allo stesso modo oggi con le elezioni americane non si ? sottolineato che la maggior parte dei sondaggi gi? dall’inizio di ottobre vedeva in vantaggio Bush, e che anche quando questo dato veniva contraddetto le forchette presentate lasciavano tranquillamente lo spazio per un ribaltamento dei risultati.
Non volendo in alcun modo procedere nel senso di un’apologia dello strumento sondaggio, non si pu? fare a meno di porsi una domanda: se veramente nessuno crede ai sondaggi e se veramente questi non sono in grado di rispondere alle esigenze informative per cui sono commissionati, perch? allora continuano ad essere investiti capitali ad ogni consultazione elettorale? E perch? i media continuano a dargli un credito che sembrerebbe essere assolutamente ingiustificato, dati i risultati insoddisfacenti con cui ci confrontiamo con una regolarit? disarmante? Una considerazione a questo punto risulta doverosa. ? importante che nella coscienza del pubblico resti sempre uno spazio per il ragionevole dubbio che il sondaggio sia utilizzato come capro espiatorio. Quando, infatti, l’identit? del colpevole ? tanto chiara e indiscussa ? sano che emerga quantomeno il (retro) pensiero che esista una correit?, in modo da tenere gli occhi aperti sulle nefaste conseguenze di queste occulte quanto legalissime – per dirla con Sabina Guzzanti - armi di distrazione di massa.

5 Comments

  1. Perch? siamo assetati di sapere. Siamo talmente interessati a sapere delle cose importanti come l’esito delle elezioni americane che non siamo disposti manco ad aspettare i risultati definitivi. Di conseguenza i media vedono queste “previsioni", tra sondaggi e poi gli exit come un contenuto che interessa e attrae pubblico. Le conseguenze le conosciamo, ma si dimenticano in fretta. Quindi alle prossime elezioni avanti i prossimi sondaggi! Poi le prossime critiche ai sondaggi.

    Leonas — 9/11/2004 @ 4:47 pm

  2. ma ? proprio la tendenza ad alimentare la ciclicit? che dovrebbe far paura… che soddisfazione si dovrebbe avere nel trovarsi a fare gli stessi commenti dopo le prossime elezioni?.. oltretutto… siamo proprio cos? sicuri di essere noi a chiedere quest’informazione?.. o semplicemente ce la teniamo perch? ? la meno impegnativa da acquisire?.. l’importante ? almeno porsi la domanda.. soprattutto se si ha la coscienza che le scelte che vengono fatte nello strutturare l’informazione non sono certamente casuali (in tal caso rimarremmo noi gli unici a non avere una strategia!)..

    Valentina — 9/11/2004 @ 6:04 pm

  3. La domanda ? pi? che lecita, anzi! Non credo, per?, ci sia ina qualche strategia nel dare notizie verosimili che poi vengono amaramente smentite. Credo piuttosto che in questo anche i media siano un po’ schiacciati dalla necessit? di continuare a dire delle cose interessanti per lunghi periodi di tempo. Ci pensi alla nottata post elezioni davanti al video senza exit poll? Non se la filerebbe nessuno e proprio nella possibilit? di capovolgimenti di fronte che sta il leggero sadismo di chi osserva. I media devono fornire notizie a ciclo continuo. A volte con dei compromessi assurdi pur di riempire il palinsesto.
    Tu pensi ci sia invece una volont??

    Leo

    Leonas — 10/11/2004 @ 7:13 pm

  4. non volont? di mentire, ma volont? di non dire.. non so se mi spiego, ma proprio alle ultime elezioni mi sono chiesta durante la serata elettorale cosa potesse importare al pubblico di sentire tutta la notte i politici che litigavano sulla veridicit? o meno del risultato dell’exit poll, visto che dopo poche ore sarebbe stato smentito o confermato, e visto che le urne erano ormai chiuse… e questo ? stato il livello (l’unico) del dibattito…
    si ? parlato una notte intera senza dire nulla..
    ma davvero non c’era niente di pi? interessante di cui parlare?…
    sono d’accordo che l’uso l’exit poll si basa su un’esigenza di spettacolarizzazione di cui non si pu? pi? fare a meno, ma perch? continuare a usarlo (senza neanche spiegarlo bene) come fosse l’unico argomento esistente?
    non ? che forse questo tipo di informazione ? l’unico che non d? fastidio proprio perch? alimenta un dibattito infinito in cui alla fine non si dice niente di sostanziale?

    Valentina — 10/11/2004 @ 9:04 pm

  5. io di sondaggi elettorali, previsioni e exit poll ne ho fatti (dal di dentro) e vi garantisco che non ? semplice, n? un gran affare (in termini economici e di prestigio) per chi li fa. Se prevedi in modo corretto, hai fatto solo il tuo dovere. Se sbagli…. apriti cielo!
    La verit? ? che i media hanno bisogno di riempire lo spazio dell’attesa che hanno creato enfatizzando le campagne elettorali. E siccome la sera del voto c’? poco da dire, e i candidati di solito si rintanano, non resta che guardare i sondaggi e inseguire scenari ipotetici

    diego — 23/11/2004 @ 10:49 am

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